Rambaldo di Collalto nacque a Mantova nel 1575 fu un condottiero italiano al servizio del Sacro Romano Impero nel corso delle guerre dei trent’anni e di quella di successione di Mantova.
I Collalto(o “di Collalto”), erano una nobile casata di origine longobarda, che prese il proprio nome dall’omonima località, oggi frazione del comune di Susegana in provincia di Treviso. La provenienza dei Collalto è avvolta nella leggenda, tuttavia sembra essere certa l’origine longobarda. Pare sia scesa nella penisola italiana con il re dei longobardi Alboino, nel 570. Alcuni territori e centri dell’attuale provincia di Venezia, tra cui la città di Mirano, sembra fossero di loro proprietà già dopo l’assedio di Padova che i Longobardi compirono attorno al 600. Il capostipite si pensa sia Rambaldo, tenente di Grimoaldo re longobardo, di cui sposò la moglie.
Rambaldo XIII (sedicesimo conte di Collalto), esponente di una nobile ed antica famiglia della marca trevigiana, entrò in conflitto con le autorità della Repubblica di San Marco quando queste manifestarono l’intento di mettere dei limiti ai suoi privilegi feudali.
Questo lo spinse a mettersi, appena sedicenne, al servizio di Ferdinando II d’Asburgo, per il quale combatté i Turchi e compì importanti missioni diplomatiche.
Sotto il comando di Tilly, prese parte alle fasi iniziali della guerra dei trent’anni (scontri sul Reno e sul Meno).
I grandi servigi militari resi all’impero vennero ricompensati con l’assegnazione della Contea di Pirnitz e Rudoletz in Moravia (1623). L’imperatore lo insignì inoltre dell’Ordine del Toson d’Oro (1628) e lo nominò Presidente del Consiglio di guerra di Corte austriaco, carica quest’ultima che tenne fino alla sua morte.
Di passaggio da Modena, nel 1625, (probabilmente in visita ai parenti della Famiglia Rangoni*) accompagnò il sedicenne Raimondo Montecuccoli presso l’esercito imperiale nel quale prenderà servizio come semplice picchiere rinunciando così ai suoi diritti nobiliari.
Tra il 1629 ed il 1630 guidò le truppe imperiali impegnate in Piemonte e Lombardia nel corso della seconda guerra del Monferrato: partecipò all’assedio della città di Mantova (descritto da Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi**) al comando di 30.000 uomini, ma cadde malato prima della sua presa (18 luglio 1630). Nonostante ciò venne ritenuto il principale responsabile dello scempio che venne fatto di Mantova, saccheggiata e devastata dalle sue truppe.
I Collalto erano imparentati con le più importanti famiglie della nobiltà italiana dagli Este ai Correggio, dai Mirandola ai Gonzaga.
Rambaldo di Collalto accusato di cospirazione, morì a Coira, in Svizzera il 19 dicembre 1630 mentre si recava a Vienna per sottoporsi a giudizio.
Famosa è la leggenda di una Bianca di Collalto. Essa narra di una giovane e bella ancella che sarebbe stata murata viva a causa della gelosia della sua padrona. Il suo fantasma si manifesterebbe ai componenti della famiglia Collalto per annunciare gioie o sciagure.
*) La parentela con i Rangoni era di vecchia data.
Il Conte Francesco Rangoni (+ poco dopo 1525), Signore di Spilamberto con Corticella, San Vito, Colecchio e Cà di Sale e Patrizio di Modena; nel 1524 milita nell’esercito francese e nel 1525 in quello veneziano.
Sposa in seconde nozze Cassandra Collalto, figlia di Giambattista Conte di Collalto e di Caterina Trissino (+ testamento: 20-1-1553).
Margherita Rangoni (testamento: 6-7-1668, codicillo 16-9-1669) sposò nel 1622 Marco Carlo II Conte di Collalto e San Salvatore.
Alessandro Rangoni (* 6-2-1589 + ?), Conte di Castelvetro con Solignano e Rimaldello, Conte di Borgofranco, Signore di Livizzano con la Villa della Serra e Patrizio di Modena. Sposò in seconde nozze, nel 1637, Silvia di Collalto e San Salvatore, figlia del Conte Basilio II e di Collaltina dei Conti di Collalto e San Salvatore (* 19-9-1611 + 13-8-1639).
**) l’episodio è ricordato da Manzoni nel capitolo XXVIII dei Promessi Sposi.