Il 21 febbraio 1609 nasceva nel nostro Castello quel Raimondo Montecuccoli che sarebbe poi divenuto uno dei più grandi personaggi della Storia d’Europa, nonchè militare tra i più geniali di tutti i tempi. La leggenda vuole che il piccolo, figlio del Conte Galeotto e dalla Contessa Anna Bigi, sia nato nella stanza al secondo piano, del torrione di piazza; ma probabilmente essa nasce unicamente dal fatto, che detta stanza è l’unica che conserva gli affresci rinascimentali e quindi è la più bella di tutta la rocca. Il Conte Montecuccoli mandò immediatamente a prendere l’arciprete di Renno, in modo che venisse a battezzare il piccolo, per evitare che qualora non fosse sopravvissuto, dovesse perire senza aver ricevuto il sacramento. Il battesimo avvenne all’interno del Castello, nella cappella privata della famiglia Montecuccoli. Quando assieme all’artista Giuseppe Ricci, abbiamo progettato il modellino del Castello, che lo raffigura come poteva apparire in quel 1609, quando nacque Raimondo, si è posto per noi, il problema di come raffigurare quelle parti che non ci sono più e di cui non disponiamo di fotografie d’epoca. In nostro soccorso, è venuto un appunto di Luigi Serafino Parenti, governatore di Montecuccolo alla fine del XVIII° secolo, che Venceslao Santi rinviene, durante la redazione di un articolo, che tratta la corrispondenza di quest’ultimo con lo storico modenese Girolamo Tiraboschi. : “In una lapida in una muraglia annessa al quartiere (la caserma dei soldati), e che sostenta la cappellina, si legge: M. DC. VIII – CO. GALEOTUS – M.s (cioè Monticuculus) A. FUDAMEN – TIS. AUGENDO – RESTITUIT”.Ovvero, la cappellina, che un altro documento descrive come posta a levante, era annessa alla caserma dei soldati (la quale a sua volta si sviluppava lungo le mura nord a destra della Torre mastio) e aveva una lapide che ne descriveva il restauro da parte del Conte Galeotto Montecuccoli nell’anno 1608, ovvero poco prima del battesimo di Raimondo. Della cappella si riteneva che fosse andata persa ogni traccia, fino a quando lo scorso anno abbiamo fatto un rinvenimento sensazionale, manufatto che, confidando nella collaborazione dell’amministrazione comunale del Comune di Pavullo nel Frignano intendiamo valorizzare e consegnare alla comunità all’interno del Castello nella sezione Museale dedicata a Raimondo Montecuccoli, quale ulteriore testimonianza e ricordo della sua nascita nel nostro territorio.
Andrea Pini “Montecuccolo, la storia svelata. I signori, la rocca, i feudi”, Adelmo Iaccheri La Sorgente, 1999
Berardo Rossi, “Raimondo Montecuccoli, un cittadino dell’Europa del Seicento”, edizioni Digigraf, 2002.
Venceslao Santi “Corrispondenza tra Girolamo Tiraboschi, L.S.Parenti e A.P.Ansaloni pubblicata a cura della R. Deputazione di Storia patria per le provincie Modenesi nel primo centenario della morte di Girolamo Tiraboschi – Modena, Vincenzi, 1894
Principali Signori del Frignano, montagna modenese, fino alla soppressione dei feudi nel 1796, i Montecuccoli attraversano da protagonisti la storia della terra emiliana. L’autore ripercorre l’epopea della storica famiglia dall’epoca matildica, quando sono annoverati fra i vassalli della “grande contessa”, fino a quella napoleonica, quando figurano fra i nobili del Regno d’Italia, partecipando ai maggiori eventi che hanno caratterizzato la storia europea: le crociate, la battaglia di Lepanto, le guerre di Fiandra, la guerra dei Trent’anni, le guerre contro l’impero ottomano. Tanti i personaggi di rilievo, come Alfonsino, ammiraglio delle navi del granduca di Toscana; Ernesto, generale d’artiglieria degli Asburgo d’Austria; Andrea, prigioniero nella battaglia di Rocroi; Raimondo, il vincitore dei turchi sulla Raab nel 1664.
Il volume è il primo di una ricerca che analizza la storia dei Montecuccoli da tre punti di vista:
-la genealogia, con note biografiche e riferimenti archivistici;
-le successioni feudali e patrimoniali;
-l’araldica e la sfragistica.
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a cura di Stefano Santagata
cogliamo l’occasione per segnalarne anche la pagina facebook sempre curatissima e davvero interessante: https://www.facebook.com/iMontecuccoli
Il Frignano dei Montecuccoli, chiude quest’anno 2022 con un pensiero a Padre Berardo Rossi, di cui ricorre il Centenario della nascita.
Con il nome di battesimo di Fernando, nacque a Montecuccolo il 5 agosto del 1922, nel gruppo di case denominate “il Pagliaio”, oggi sovrastanti il percorso pedonale del campo d’aviazione tanto amato da pavullesi e turisti. Gruppo di case dal quale si dipana un bellissimo sentiero che porta da dietro fino al borgo e al Castello.
Durante la sua vita Padre Berardo si è speso come religioso per aiutare i più bisognosi, ma è stato anche un’intellettuale vivace, amante dell’arte, della musicia della storia, della letteratura.
Tra i fondatori dell’Antoniano, ne fu il Presidente a partire dal 1961 quando nacque lo Zecchino d’Oro, iniziò così l’avventura assieme a Cino Tortorella presentatore televisivo e Mariele Ventre direttrice del Coro. La presidenza dell’Antoniano proseguì dal 1961 al 1982 e dal 1991 al 2000. Cristina d’Avena a lui legatissima, anche dopo la sua scomparsa è sempre venuta ogni anno alla sagra di Montorso a Pavullo nel Frignano, in ricordo di Padre Berardo e di Mariele.
Padre Berardo scrisse molteplici opere, tra queste ricordiamo la vita di San Francesco, di Salimbene de Adam da Parma, di Padre Lino e di Sant’Antonio da Padova…. ma più di ogni altro fu autore della biografia su Raimondo Montecuccoli.
Su Raimondo Montecuccoli esistevano biografie ormai piuttosto datate, per quanto di altissimo livello ( Campori “Raimondo Montecuccoli, la sua famiglia e i suoi tempi, 1876 e Sandonnini “Il Generale Raimondo Montecuccoli e la sua famiglia” 1914) scritte con il linguaggio dei tempi, e difficilmente accessibili al pubblico. A partire dal 1988 lo Stato Maggiore dell’esercito, sotto la direzione dell’insigne storico Raimondo Luraghi, ha iniziato la pubblicazione delle “Opere” di Raimondo Montecuccoli, testo anche questo, comunque adatto ad un pubblico di studiosi e appassionati.
A Padre Berardo dobbiamo l’intuizione per la quale era necessario fornire al pubblico un testo “didattico”, capace di narrare la vita di Raimondo Montecuccoli, appassionante e degna di un “film colossal”, in modo semplice e chiaro per tutti, rendendo il testo fluente con un impianto di immagini monumentale. Il testo così non solo ci consegna il luogo dove Raimondo è nato, Montecuccolo attraverso le foto di Padre Berardo degli anni ’60 e ’70, ma ci consegna una cornice del piccolo mondo del Ducato di Modena, e di quello più complesso dell’Europa del Seicento, infiammata dalla Guerra dei Trent’anni. Raimondo Montecuccoli emerge cosi in ogni suo aspetto, e in particolare come “Cittadino dell’Europa del Seicento” come Rossi declino’ la biografia. Una vita incredibilmente intensa, vissuta in una miriade di luoghi, sempre impegnato alla difesa dell’Europa Cristiana. Senza il volume di Padre Berardo non sarebbe mai nata la nostra associazione, senza il suo libro non avremmo avuto l’idea, di fare, della vita di Raimondo Montecuccoli un museo, senza di lui non avremmo conosciuto Hafnerbach, Mogersdorf, Szentgotthard e i luoghi europei di Raimondo, cui ispirare un progetto di rete turistica europea. Il Museo a Raimondo Montecuccoli al Castello raccoglie dunque l’eredita’ di Padre Berardo Rossi, ed è il proseguio del suo progetto sul Generale Frignanese, che desiderava popolare e conosciuto da tutti, non più personaggio noto solo ad un elites di studiosi. Già nel 2003 dopo l’uscita della biografia, aveva avuto l’intuizione di crearne una narrazione visiva grazie all’opera degli artisti locali di Pavullo (dei quali era appassionatissimo) con la mostra “Omaggio a Raimondo Montecuccoli. Scultura, pittura, grafica 2002: artisti contemporanei“. Il nostro Museo oltre alle sue fotografie, si arricchisce con i disegni originali del volume, realizzati da Carla Cortesi, raffiguranti lo sviluppo del Castello, i luoghi di Raimondo, i grandi personaggi con cui si relaziono’ gli Asburgo, Zrinjii, Kuprulu.
A lui e alla sua memoria abbiamo dedicato le sale del Museo Raimondo Montecuccoli al Castello, alla presenza di Maria Antonietta sorella di Mariele, sia nel 2013 quando inaugurammo la prima mostra (Padre Berardo era scomparso una settimana prima), sia nel giugno 2021 all’inaugurazione del Museo.
inoltre proponiamo un suo scritto: “Raimondo Montecuccoli, un cittadino dell’Europa del Seicento” presentazione al suo volume, durante una seduta dell’Accademia del Frignano “Lo Scoltenna” da “Rassegna Frignanese” n.33 (2003) pubblicata sul sito dell’Accademia https://sites.google.com/site/scoltenna/?pli=1
Abbiamo poi pensato di cercare dei contributi video on-line che riguardassero Padre Berardo e ne abbiamo trovati due davvero interessanti da “Rubiconia Accademia dei Filopatridi” di Savignano sul Rubicone. Il primo è un video del 5/10/2003 in cui presenta la biografia su Raimondo Montecuccoli, preziosa testimonanza video di una sua conferenza sul tema. Il video inizia parlando di Mariele, che definisce “con il temperamento di un Feldmaresciallo”. Segue un gustoso aneddoto sulla pubblicazione del volume, grazie all’editore Digigraf.
a seguire l’Accedemia sopra menzionata pubblica un video della conferenza del 1/06/1989 in cui Padre Berardo presenta la figura dello storico medioevale Salimbene de Adam da Parma (1221-1288) di cui curò una biografia.
commovente ricordo di Mariele Ventre
nell’archivio fotografico che ci ha lasciato Padre Berardo c’è anche una bellissima fotografia con lo storico Raimondo Luraghi che sicuramente aggiungeremo……..
I Conti Galeotto I° Montecuccoli e Ricciarda Molza ebbero 11 figli, tra questi Fabrizio (1540 ca.) si avviò alla carriera ecclesiastica ottenendo gli ordini minori, con i quali ottenne le rendite di diversi benefici parrocchiali. Gli abitanti del borgo avrebbero in seguito testimoniato che se ne andava vestito con la tunica nera e il cappello da prete, abbigliamento simile a quello da magistrato, quale divenne in seguito. Si innamorò ricambianto di Paola Stavoli, giunta a Pavullo assieme ad un cappellaio di Reggio Emilia di cui era la concubina e dal quale aveva un figlio. Approfittando dell’assenza del cappellaio la fece rapire e la portò al Castello, ove venne poi servita come una padrona, e da questo amore nacque Galeotto II° e altre due figlie. Il cappellaio disperato e alla ricerca di una levatrice, venne deriso dalla gente. Successivamente Fabrizio e Paola si trasferirono a Pisa ove il Conte conseguì il dottorato in Legge, e fu in seguito Governatore del Tribunale della Repubblica di Genova. La coppia visse poi tra Modena, Ferrara e Montecuccolo, ma al Castello, Paola fu vittima di un maleficio tanto che fu necessario l’intervento di un’esorcista. Fabrizio scoprì in seguito la congiura del fratello Fulvio in odio alla coppia. Nel 1585, colto dalla malattia e preoccupato per la successione del figlio, Fabrizio ottenne dal Vescovo di Modena di poter sposare Paola, in forma privata presso la propria abitazione, ma senza pubblicazioni per evitare “maliziosi impedimenti”. Nel suo testamento chiese espressamente di non essere seppellito in Santa Margherita com’era tradizione della famiglia, ma in San Pietro, lontano dai parenti. Mori il 26 marzo 1586 all’età di 46 anni.
Testo di Alessio Bononcini photo “la sala del Governatore”
bibliografia:
Tommaso Sandonnini “Il Generale Raimondo Montecuccoli e la sua famiglia”, Modena, G. Ferraguti e C. Tipografi, 1914
Andrea Pini “Montecuccolo la storia svelata. I Signori, La Rocca, i Feudi, Adelmo Iaccheri Editore, 1999